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Histoire en italien. Il 48' in Europa

Par   •  5 Décembre 2018  •  2 031 Mots (9 Pages)  •  628 Vues

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Tuttavia nell’Impero Asburgico, le insurrezioni popolari vennero riprese nel sangue, con l’intervento dello zar. Anche in Italia i moti vennero ripresi nel sangue. Infatti alla fine dell’anno tutti i sovrani tornarono sul trono, scatenandosi così una rigida repressione: censura della stampa, arresti, condanne senza processo. La sconfitta del regno di Sardegna nella prima guerra d’indipendenza, convinse i patriotti che da soli non avrebbero mai potuto sconfiggere l’Austria, e che bisognava chiedere aiuto ad altre potenze europee.

Il Regno di Sardegna, dopo la sconfitta nella prima guerra d’indipendenza, seppe sollevarsi in poco tempo, grazie al conte di Cavour, Camillo Penso. Egli diede un notevole impulso all’economia del regno, ampliando la rete ferroviaria e incentivando il commercio con l’estero. Il Piemonte divenne infatti la regione più sviluppata d’Italia. Cavour inoltre sosteneva il principio di “Libera Chiesa in libero Stato”, seconda il quale le due istituzioni dovevano rimanere separate. Dopo aver fondato il giornale “Il Risorgimento”, Cavour fu nominato presidente del consiglio dei ministri. Egli sosteneva che solo il Regno di Sardegna poteva realizzare l’indipedenza italiana, poichè era l’unico regno non sottomesso al potere austriaco. Per ottenere l’appoggio delle altre potenze europee, egli aprofittò della guerra di Crimea, tra Inghilterra Francia e Turchia contro l’impero russo. Cavour inviò degli uomini ad appoggiare Inghilterra e Francia, contribuendo così alla vittoria. Alla conferenza di Pace di Parigi del 1856 presentò ai grandi capi europei la questione dell’indipendenza italiana. Intanto in Italia si verificarono altri moti di ispirazione mazziniana, che però finirono tragicamente. Come ad esempio quello di Carlo Pisacane, ucciso a Sapri dai contadini del luogo, che li avevano scambiati per briganti. Il fallimento di questa insurrezione dimostrò che le masse popolari non erano pronte alla rivolta.

Dopo la conferenza di pace di Parigi tuttavia ci fu un episodio che stava per comprottere il rapporto tra Sardegna e Francia, nel 1858 il repubblicano Felice Orsini attentò contro la vita di Napoleone III. Questo fece che Cavour e Napoleone III firmassero degli accordi segreti a Plombiers, i quali prevedevano che la Francia interverrebbe militarmente contro l’Austria se essa dichiarasse guerra al regno di Sardegna. Dopo la vittoria, la Sardegna avrebbe ceduto alla Francia Nizza e Savoia, regioni francesi assegnati al regno di Sardegna dopo il congresso di Vienna.

Per provocare l’attacco dell’Austria Cavour schierò delle truppe sul fiume Ticino, presso il confine con il Lombardo Veneto, accanto ai soldati c’erano migliaia di comandanti. L’Austria così invio un ultimatum, che però venne rifiutato. Scesero così in campo anche loro, dando inizio alla seconda guerra di indipendeza. Le truppe franco piemontosi ottennero rapide vittorie, riuscendo a liberare anche Milano e molte altre città.

A questo punto Napoleone III però era preoccupato per le sorti di Roma, per questi motivo firmò l’armistizio di Villafranca con l’Austria. L’Austria così cedette la Lombardia alla Francia, tenendosi per sè il Veneto. Vittorio Emanuele II accettò l’accordo, ma Cavour, indignato, diede le dimissioni. Dopo qualche mese, tornò al governo, tornando a trattare con Napoleon III. Accettò di cedere Nizza e Savoia in cambio della Lombardia, a patto che l’imperatore non si oponesse all’eventuale adesione di altri stati italiani al regno di Sardegna. In molti stati del centro-nord erano stati organizzate delle votazioni popolari, così nel 1860 molte città dell’Emilia-Romagna, si unirono al regno di Sardegna.

Nel Regno delle due Sicilie, regnava Francesco II Borbone, era tuttavia un re inesperto e dal carattere debole. I liberali sicialini cercarono infatti di convincere Giuseppe Garibaldi ad indurre alla ribellione i contadini siciliani. Cavour contrario a questo progetto, non riuscì tuttavia a fermalo. Così la notte tra il 5 e il 6 maggio 1860 Garibaldi partì da Quarto, con un migliaio di militari e poche munizioni. Nonostante l’inferiorità numerica, riuscì a sconfiggere i soldati borbonici, convincendo anche i popolani ad unirsi. Riuscirono così a conquistare Parlermo, Reggio e Napoli, costringendo il re a fuggire. Tuttavia Cavour temeva che il meridione diventasse una repubblica democratica autonoma, ma soprattuto che Garibaldi cercasse di conquistare Roma, poichè Napoleone III sarebbe intervenuto sicuramente. Così il re Vittorio Emanuele II, invase lo stato pontificio, senza toccare né il Lazio né Roma. Riuscì a conquistaria l’Umbria e le Marche. Vittorio Emanuele II e Garibaldi si incontrarono a Teano, il 26 ottobre 1860. Fu un incontro storico, Garibaldi “consegnò” infatti i territori conquistati, salutandolo come “re d’Italia”. Anche l’Italia meridionale, grazie a un referendum popolare, venne così annessa al regno di Sardegna. Garibaldi così, non volendo nulla in cambio, si ritirò a Caprera, un isola a nord della Sardegna.

Nel 1861 si riunì a Torino il primo parlamento Nazionale, e Vittorio Emanuele II fu proclamato re d’Italia. Tuttavia soltando tre mesi dopo morì Cavour. Solo dopo 10 anni verranno annessi il Veneto e il Lazio.

Tuttavia c’erano molti problemi, ad esempio la diversificazione linguistica. Sul piano culturale i 3/4 degli italiani erano analfabeti. Sul piano economico, l’Italia era un paese prevalentemente agricolo, il 70% della popolazione coltivava la terra. Anche dal punto di vista ferroviario era molto arretrata. Nell’Italia post-unitaria il diritto di voto era concesso solo ai maschi, che sapevano leggere e scrivere, e possedavano un certo reddito. Si trattava solo di un 2% della popolazione.

Nel 1815, durante il congresso di Vienna, la Germania era stata divisa in 39 stati, nella confederazione germanica sotto la presidenza dell’imperatore d’Austria. Nel 1834 grazie alla legge dell’Unione doganale, la Prussia si avviò velocemente verso l’industrializzazione, diventando una grande potenza industrale. Nel 1862 divenne cancelliere Otto Von Bismarck, egli credeva in uno stato forte ed unitario, mirava infatti all’unità della Germania. Bismarck dichiarò infatti guerra all’Austria. Nel 1866 a Sadowa i prussiano sconfissero gli austriaci; grazie a questo successo la Prussia potè riunire sotto di sè gli Stati tedeschi del nord, mentre quelli del sud formarono una confederezione separata. Napoleone III di Francia impose infatti la separazione di quese due confederazioni, poichè la Francia era preoccupata dal successo militare della Prussia, e anche perchè Bismarck era interessato a due regioni francesi. Per questo motivo nel 1870 scoppiò la guerra franco-prussiana. Nel

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