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Luoghi e forme del potere

Par   •  18 Avril 2018  •  947 Mots (4 Pages)  •  618 Vues

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Nel 1963 la scuola di Barbiana scrive un libro collettivo, “Lettera a una professoressa”. Questa scuola è il risultato di un’esperienza pedagogica proposta da Don Lorenzo Milani negli anni settanta. Barbiana è un piccolo paese vicino a Firenze, dove i contadini si sentivano respinti dal sistema educativo tradizionale. Questa lettera aperta, redatta da otto vecchi studenti, era una denuncia dei difetti della scuola che viene descritta come una scuola elitista e autoritaria. Quest’educazione non incoraggiava gli studenti in difficoltà, come gli contadini ad esempio. Quindi, la scuola di Barbiana non era organizzata come une scuola tradizionale: nell’aula non c’erano ne lavagna ne banchi, ma soltanto grandi tavoli. I professori erano degli studenti, e “il più vecchio dei maestri aveva sedici anni”. Soprattutto, tutti sono accolti. Ma questo sistema fu denunciato dai docenti universitari per cui la scuola non si deve funzionare cosi; però, per i contadini di Barbiana, questa scuola corrispondeva bene ai loro bisogni.

Insomma, il libro denunciava la prepotenza della borghesia che ha costruito la sua cultura, cito, “come se il mondo foste voi”.

Quest’esempio mostra che l’educazione non è solamente un luogo che permetta al potere istituzionale di sedere la propria autorità: può essere all’origine della contestazione dello Stato come lo illustra “Lettera a una professoressa”.

CCL.

Potere e contro potere sono strettamente legati. L’educazione può essere il modo di affermazione dello stato, come è stato il caso con l’Opera nazionale Balilla. Pero permette anche alla popolazione di riflettere sulla dominazione di alcuni gruppi culturali o sociali e di mettere in discussione l’organizzazione sociale di un paese, o di uno Stato. L’educazione è allo stesso tempo una sede di potere e di contro-potere.

Inoltre, potremmo aggiungere che l’educazione non si fa soltanto nei luoghi determinati, come la scuola. Abbiamo visto che negli anni settanta, l’alfabetizzazione del popolo era una sfida capitale. Quindi, la televisione pubblica (la RAI) decise di fare delle lezioni per insegnare alla popolazione a leggere. Alberto Manzi, chiamato il Maestro Manzi, condusse la trasmissione televisiva Non è Mai Troppo Tardi dal 1960 al 1968. Con quest’ultimo esempio, possiamo vedere che l’educazione non è soltanto una sede di contro-potere, ma si costituisce grazie ai contro-poteri come i media: televisione, radio, giornali.

[pic 1][pic 2]

“Barbiana, quando arrivai, non mi sembrò una scuola.

Né cattedra, né lavagna, né banchi. Solo grandi tavoli

intorno a cui si faceva scuola e si mangiava.

D’ogni libro c’era una copia sola. I ragazzi gli si

stringevano sopra. Si faceva fatica a accorgersi che uno

era un po’ più grande e insegnava.

Il più vecchio di quei maestri aveva sedici anni. Il più

piccolo dodici e mi riempiva di ammirazione. Decisi fin

dal primo giorno che avrei insegnato anch’io.”

Brano di “Lettera a una professoressa”

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