Cours Terminale Esabac d'Histoire
Par Christopher • 13 Septembre 2018 • 2 196 Mots (9 Pages) • 517 Vues
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- i partiti politici non comunisti sono eliminati. È la “tattica del salame” : espressione del capo del partito comunista ungherese Rakosi che prevede di eliminare tutti gli oppositori al comunismo “fetta per fetta, fino a che non ne rimane nulla”.
- le elezioni del 1946-47 sono truccatee gli elettori subiscono pressioni e violenze. In Cecoslovacchia, queste falsificazioni sono accmpagnate dall’uso della forza. Con il “colpo di Praga” nel febbraio 1948, le milizie comuniste ottengono la formazione di un governo comunista.
- una violenta repressione si installa. Le popolazioni vivono sotto sorveglianza e gli opponenti o presunti tali sono cacciati. ES. In Ungheria, 2 000 persone sono giustiziate a morte e più di 100 000 incarcerate.
Questi paesi dell’Europa dell’Est si proclamano “DEMOCRAZIE POPOLARI” = regime politico comunista e dittatoriale imposto dai Sovietici dopo la Seconda Guerra mondiale nell'Europa dell’Est. Tutti i paesi dell’Europa dell’Est cadono sotto il dominio dell’URSS, eccetto l’Albania e la Iugoslavia, paesi comunisti ma non-allineati.
Questi paesi si alleano militarmente all’URSS con il Patto di Varsavia.
Nella politica, le democrazie popolari si ispirano all’URSS : il Partito comunista, l’unico autorizzato, controlla tutti i settori della vita politica e promuove il culto del capo, come Ceausescu in Romana (governa dal 1965 al 1989).
Un potere totalitario controlla e inquadra la società. I giovani devono far parte della organizzazione comunista di gioventù e l’insegnamento si basa sulla conoscenza degli studi di Marx e Lenine. La libertà di espressione e di religione spariscono e la propaganda impone le opere di cinema e letteratura sovietiche. Le frontiere si chiudono, come a Berlino dal 1961, per vietare di fuggire dal “paradiso dei lavoratori” verso “l’inferno capitalista”.
Viene instaurato un sistema di repressione calcato su quello stalinista. Il potere si impone con il Terrore e si dà la caccia agli oppositori con il sostegno di una potente polizia politica. ES. nella RDT (Repubblica Democratica Tedesca), la STASI conterà fino a 90 000 ufficiali e quasi 200 000 informatori.
b) Contestazione e rivolte
Malgrado il controllo poliziesco, le “democrazie popolari” devono affrontare rivendicazioni per le libertà da parte dalla società civile :
- Nel 1956 : dopo la sua morte nel 1953 appaiono dei detrattori di Stalin, come Kroutchev che, durante il 20° Congresso del Partito Comunista, inizia la “destalinizzazione” dell’URSS. Dei movimenti di contestazione scoppiano nel 1956 come a Berlino, in Polonia o in Ungheria. Gli Ungheresi reclamano il pluralismo politico e la partenza delle truppe sovietiche, sostenuti dal comunista riformatore Imre Nagy. Ma i carri sovietici reprimono il movimento : 20 000 morti e l’esecuzione di Nagy.
- Nel 1961 nella RDC : dopo la fuga di 2,5 milioni di cittadini verso l’Ovest, le autorità della Germania dell’est e l’URSS costruiscono il muro di Berlino.
- Nel 1968 in Cecoslovacchia : il nuovo dirigente comunista Dubcek vuole edificare un “socialismo dal volto umano” per la pluralità politica e la libertà di espressione. Ma le truppe del Patto di Varsavia invadono la città e reprimono il movimento liberale della “Primavera di Praga”.
- Dal 1980 in Polonia : dopo un’onda di scioperi degli operai, si crea il primo sindacato libero, Solidarnosc, diretto da Lech Walesa. Il sindacato beneficia anche del sostegno del nuovo papa, Giovanni Paolo II, anche lui polacco, in questo paese impregnato dal cattolicesimo. Dopo una prima vittoria con gli “accordi di Gdansk” per ottenere il diritto di sciopero e la libertà di espressione, il Partito comunista Polacco stabilisce la legge marziale sotto il controllo del generale Jaruzelski.
c) La fine delle “democrazie popolari”
In un anno, il 1989, i regimi comunisti imposti da più di 40 anni cadono. Il comunismo cade senza reazioni violente dell’URSS, grazie alla politica di Gorbachev che si impegna a non mandare le truppe del Patto di Varsavia.
- Il comunismo cade senza violenza e con una transizione democratica in Ungheria e Polonia. I confini della “cortina di ferro” si aprono e le prime elezioni danno il potere agli opponenti al comunismo.
- Il comunismo cade sotto la pressione popolare della società civile.
Nel RDT in piena crisi economica e politica, il dirigente comunista Honecker dà le dimissioni. Il 9 novembre, delle grandi manifestazioni fanno cadere il muro di Berlino e annunciano delle elezioni libere. Le elezioni porteranno al potere un governo favorevole alla riunificazione tedesca, firmata nell’agosto del 1990.
In Cecoslovacchia, la pacifica “rivoluzione di velluto” caccia il potere comunista in una settimana e le elezioni portano alla guida del paese l'intellettuale dissidente Vaclav Havel, il “presidente-filosofo”.
-Rivoluzioni violente. In Romania, di fronte al governo autoritario, una violenta insurrezione si conclude col processo e l’esecuzione del dittatore Ceausescu. In Iugoslavia, il crollo del comunismo porterà a delle guerre civili.
Nel 1991, delle regioni europee dell’URSS, come i paesi Baltici e l’Ucraina, proclamano la loro indipendenza.
III) LE SFIDE DELL’UNIONE EUROPEA DAL 1989
a) Un allargamento senza precedenti
L’implosione sovietica apre la via all’allargamento dell’Unione europea verso l’Est :
- nel 1995 : l’Unione europea passa da 12 a 15 paesi
- nel 2004 : 25 paesi con l’apertura alle “democrazie popolari”
- nel 2013 : 28 paesi con la Croazia
L’Europa dell’Est ha manifestato un grande interesse per l’Unione Europea. Compartono storia e cultura, e dopo delle riforme economiche e impegnandosi a fare rispettare le libertà e i diritti dell’uomo, questi paesi hanno accettato la loro adesione con la volontà popolare dei referendum. Esiste un dibattito sui limiti dell’Unione europea, ES. con la candidatura della Turchia all’adesione.
b) Un’Unione europea in approfondimento
Negli anni 90’, l’Unione europea si approfondisce.
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